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Tra utopia e provocazione

Dal parco ferroviario a parco urbano 2023

A Napoli, in particolare, nell’area della stazione centrale, del Centro direzionale e la zona verso est, il verde è testimoniato sostanzialmente da soli alberi. Intanto la stazione centrale e il suo deserto di acciaio hanno bloccato lo sviluppo e connessione con i suoi dintorni e quindi anche la possibilità di verde urbano.

 Negli anni 50, quando si decise di rinnovare e spostare la stazione, nacque un ampio dibattito sul dove posizionarla; prevalse la decisione di spostarla di sole alcune centinaia di metri, invece di allontanarla liberando così un’area al fine di integrarla con il centro storico.

  Certo oggi è impegnativo sul piano economico spostare la stazione ancor di più verso est per ottenere così un salutare polmone di verde e più connessioni urbane, ma credo che ci voglia più coraggio che mezzi finanziari. Intanto, secondo la logica del terzo paesaggio, cioè il recupero dei residui urbani, si potrebbero recuperare gli spazi di risulta e alcuni di confine del parco ferroviario per inserire del verde. Ma poca cosa, per cui, parafrasando Marc Augé, Un altro mondo è possibile, lancio una proposta e una provocazione tale da lasciare un segno affinché questa possa in futuro essere una sollecitazione a realizzare questo enorme nucleo di verde costruendo un parco sospeso.